Il nostro commento alla Parola di Dio della V Domenica di Quaresima

via20crucis.jpgVerso la croce

La liturgia della parola di Dio di questa V Domenica di Quaresima ci aiuta ad avvicinarci spiritualmente sempre di più al grande mistero della sofferenza del Figlio di Dio, Gesù Cristo, la cui passione e morte è richiamata nei testi di oggi. E’ soprattutto il Vangelo di Giovanni che ci presenta l’imminente ora di Cristo, che è l’ora del Calvario: “In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli chiesero: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: “È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal cielo: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!”. La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha parlato”. Rispose Gesù: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarà elevato da terra, attirerò tutti a me”. Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire”.
Nel breve brano della lettera agli Ebrei che leggiamo oggi si sottolinea la missione di Cristo nel mondo, che è la salvezza del genere umano, mediante la Croce, presentata qui come obbedienza al Padre: “Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”
Siamo di fronte alla celebrazione della nuova alleanza dell’umanità con Dio. Qui il protagonista centrale, unico ed irripetibile, è Gesù Cristo.
Nella prima lettura, invece, ci viene preannunciata, mediante il profeta Geremia la nuova alleanza, facendo risaltare in essa alcuni aspetti significativi: “Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato”.
Alleanza nuova, legge nuova, misericordia, passione e croce di Cristo sono le parole chiave della liturgia odierna con la quale ci confrontiamo per avviarci verso la Pasqua con il supporto spirituale necessario per celebrarla degnamente. Nella Croce di Cristo l’umanità è giudicata, ma soprattutto redenta. Il principe del mondo, il diavolo, è stato sconfitto, perché nella Croce l’amore distrugge l’odio, la divisione è superata nell’unità della redenzione di Cristo, l’ignoranza delle cose di Dio è superata dalla sapienza della Croce, la sofferenza per le proprie debolezze e fragilità è superata dalla misericordia e dall’amore di Dio. L’uomo, in Cristo, riconquista la fiducia in Dio. Più che giustificata la nostra richiesta di preghiera che, come assemblea, rivolgiamo al Signore durante la celebrazione eucaristica di oggi: “Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi”. O, come nel Salmo 50, che recitiamo tra la prima e la seconda lettura: Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Rinnova in me, o Dio, uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Pasqua ormai vicina è il ritorno dei peccatori all’amicizia di Dio e alla grazia di Dio. Non a caso, in questo tempo, si moltiplicano le iniziative tese ad avvicinare i giovani, gli adulti al sacramento della confessione e della penitenza, perché quest’annuale appuntamento con il mistero della risurrezione di Cristo segni anche una ripresa spirituale e comunitaria nella prospettiva di quell’amore, che spinse il Signore ad offrire per noi la sua vita sulla Croce. Lentamente ci avviciniamo ai piedi del Crocifisso per chiedergli umilmente perdono di quello che siamo e che facciamo e, successivamente, nella luce della grazia e della risurrezione, contemplarlo per poi annunciarlo con una vita santa, lontana dal peccato e dalla perversione del cuore.

Il nostro commento alla Parola di Dio della V Domenica di Quaresimaultima modifica: 2012-03-22T23:44:00+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo