P.Fortunato di San Paolo, passionista. Venti anni fa fu dichiarato Venerabile.

fortunato1.jpgfortunato3.jpgIl Venerabile Padre Fortunato De Gruttis,  l’esorcista della Ciociaria. Ventesimo anniversario del riconoscimento dell’eroicità delle virtù

di Antonio Rungi

 

Era conosciuto come il passionista che lottava contro il demonio per difendere i tanti fedeli che si rivolgevano a lui per aiuto e soccorso davanti a problemi di ogni genere. Si tratta del Venerabile Padre Fortunato Maria, sacerdote passionista che fu instancabile  confessore, direttore spirituale ed esorcista nella Ciociaria, alla fine del XIX secolo.

Il cammino verso la beatificazione del Venerabile ha avuto un nuovo slancio, dopo la celebrazione del primo centenario della sua morte, avvenuta, all’età di 79 anni, il 28 dicembre del 1905 nel Ritiro di S.Sosio Martire in Falvaterra (Fr), dove riposano le sacre spoglie, nel lato destro appena si entra nella chiesa.

Padre Fortunato Maria di S.Paolo (al secolo Paolo De Gruttis) nacque a Roccavivi (Aq) il 3 marzo 1826, nella Diocesi di Sora. Dopo una breve permanenza nel Seminario diocesano di Sora, all’età di 17 anni, nel 1843, entra tra i Passionisti che, nel 1842, avevano aperto una casa religiosa a Sora. A Paliano (Fr),  farà il noviziato e qui emetterà la prima professione religiosa, preparandosi al sacerdozio a Ceccano e Falvaterra. Il 23 dicembre 1848 venne ordinato sacerdote in Veroli, in maniera quasi clandestina essendo in atto i noti moti rivoluzionari. Per esigenze di ministeri fu inviato in varie case religiose della Provincia dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania). Dal 1869 fino alla morte dimorò ininterrottamente nel Ritiro di S. Sosio in Falvaterra. Morto in concetto di santità, il primo significativo gradino del processo di beatificazione è stato scritto l’11 luglio 1992, (20 anni fa) quando fu dichiarato “Venerabile” dal Beato Giovanni Paolo II e proposto come maestro di vita spirituale per religiosi, sacerdoti e laici.

Si potrebbe pensare che la spiritualità del P. Fortunato Maria sia anacronistica per il nostro tempo. Il Venerabile sia con la sua vita sia con gli orientamenti dati a quanti fruivano della sua direzione afferma chiaramente che la vita spirituale può armonizzare la relazione con Dio e la fedeltà agli impegni umanitari in una vita di fede, di speranza e di carità. Come lui, il cristiano può radicare questa relazione con Dio nell’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Scritture e plasmata dall’Eucaristia. La sua è stata una vita nella solitudine del convento, pienamente permeata dello spirito di orazione, alla quale dedicava di giorno e di notte anche più tempo rispetto a quello previsto negli ordinamenti comunitari. Ha amato con manifesta devozione l’Eucaristia: nella celebrazione della S. Messa, preceduta da lunga preparazione e prolungato ringraziamento, trattenendosi a lungo davanti al SS. Sacramento. Ha avuto filiale devozione alla Vergine Maria, che ha inculcato ai penitenti, particolarmente sotto il titolo di Addolorata, affermando spesso: “Maria ai piedi della Croce è luce che rischiara” il cammino del cristiano. La sua vita spirituale è segnata soprattutto dall’amore a Gesù crocifisso, avendo emesso il voto speciale di propagarne il ricordo: nella sosta contemplativa davanti al crocifisso scopre le motivazioni della consacrazione totale a Dio e si apre alla forza della Croce di Gesù per accoglierne le esigenze crocifiggenti nella sua persona di consacrato: con la pratica dell’ascesi, delle virtù, dei voti? Quindi, come autentico figlio di san Paolo della Croce, non s’è chiuso in se stesso ma, divorato dallo zelo per le anime, pur senza poter attendere alla predicazione delle missioni, attività tipica dei Passionisti, ha svolto un apostolato molto fecondo nel confessionale, premuroso di indirizzare i penitenti all’incontro personale con il Cristo, cui tende oggi la nuova evangelizzazione. Il P. Fortunato Maria s’è lasciato guidare dallo Spirito Santo, che lo arricchito di insigni carismi (discernimento degli spiriti, profezia, bilocazione, potere di esorcismi, ecc.), dando alle parole di lui efficacia per toccare i cuori. Quanti l’hanno avvicinato hanno avuto la percezione di trovarsi davanti ad un vero uomo di Dio e ne hanno parlato invogliando anche altri a rivolgersi a lui per consigli e richiesta di preghiere. D’altra parte, aveva 27 anni, da giovane sacerdote e missionario, quando partecipò alla prima missione a Roccamonfina (Ce) nel 1853; quattro anni dopo prese parte all’ultima missione, sempre da catechista, a Pastena (Fr).  Nel 1857 padre Fortunato va a Caserta, dove da due anni era stata aperta una nuova sede dei passionisti, all’ombra del Palazzo reale, per desiderio del re Ferdinando II. Qui padre Fortunato fu inviato specialmente come confessore. Quando nel 1866 la sede di Caserta viene chiusa dal nuovo governo italiano postunitario, padre Fortunato viene accompagnato dalla polizia, insieme ai confratelli, fino al Convento di Falvaterra. Questa esperienza maturò nel Venerabile l’urgenza delle risorse interiori per poter affrontare gli urti della vita, ma anche la tensione apostolica. Quando non possiamo annunziare e testimoniare, pensava, dobbiamo parlare con il contagio della carica intima che deve qualificare un maestro di fede. Quando poi si stabilì definitivamente di comunità a Falvaterra non tardò a far trapelare le dense risorse di spirito che aveva conquistato come dono di Dio. Dai centri vicini: Ceprano, San Giovanni, Pastena, Arce,  tutti si accorsero che c’era un padre e un maestro illuminato a disposizione delle coscienze. Ogni giorno, padre Fortunato sedeva al confessionale come docente, come medico, come amico e talvolta come giudice. Ogni voce dietro la grata era una storia umana che egli doveva orientare, sbrogliare, concludere o promuovere. A passo lento, ogni mattina padre Fortunato scendeva al suo lavoro in chiesa e lì trovava la fila che l’attendeva. Quando rientrava nella sua camera ancora aveva attaccati alla sua persona le ansie dei suoi penitenti e continuava a pregare per loro.

Di Padre Fortunato non abbiamo scritti e testi rilevanti su cui esaminare la sua santità, ma egli ha lasciato tracce profonde  nelle anime di quanti lo hanno celebrato come uomo di Dio e lo hanno raccontato alle generazioni successive. La sua è stata la missione più lunga, più incisiva. L’eredità spirituale ed apostolica  di padre Fortunato è proiettata verso nuovi traguardi di “visibilità” ed imitazione. 

 

Paolo Fortunato DE GRUTTIS. La sua vita in sintesi

3 marzo 1826: Nasce a Roccavivi da Luigi DE GRUTTIS ed Angela COLONE; gli viene dato il nome Paolo.

10 ottobre 1839: Riceve il sacramento della cresima da Mons. Montieri, Vescovo di Sora.

1840: Entra nel Seminario di Sora e vi rimane per circa tre anni, seminarista “diligente e pio”.

4 giugno 1843: Entra nel noviziato Paliano.

14 giugno 1843: Indossa l’abito Passionista, cambia il nome di battesimo, Paolo, in quello di Fortunato Maria di S. Paolo.

15 giugno 1844: Emette la Professione Religiosa, legandosi alla Congregazione “… fino alla morte”.

23 dicembre 1848: Dopo gli studi a Ceccano e Falvaterra viene ordinato Sacerdoti in Veroli.

1851 -1869: Pellegrino obbediente in varie case della Provincia e Missionario itinerante per circa 15 anni. Poi dal 1869 alla morte dimorerà in San Sosio (Falvaterra), esercitando il ministero di Confessore, di Esorcista e Direttore Spirituale.

4 novembre 1905: Celebra l’ultima messa. Nella tarda serata un ictus cerebrale lo paralizza totalmente.

28 dicembre 1905: Muore alla ore 5 del mattino.

6 settembre 1926: Esumazione della salma e traslazione nella Chiesa di S. Sosio.

19 dicembre 1957: Inizia il “Processo Informativo”.

7 gennaio 1965: Nuova ricognizione dei “resti mortali”.

15 ottobre 1987: Conclusione del “Processo”.

19 febbraio 1992 Riconoscimento della “Eroicità delle Virtù”.

11 luglio 1992: E’ dichiarato “Venerabile” da Papa Giovanni Paolo II.

 

 

Il Venerabile 

Il 18 febbraio 1992 il Congresso Speciale della Congregazione della Causa dei Santi, discute la “Positio super virtitutibus” del Padre Fortunato Maria di S.Paolo ed, all’unanimità, riconosce ed approva “l’eroicità delle virtù del Servo di Dio”. Il 19 maggio l’Assemblea dei Vescovi e dei Cardinali ratifica il voto del Congresso e l’undici luglio 1992 viene promulgato il Decreto di “Venerabilità”.

 Ci sembra opportuno riportare uno stralcio dei giudizi dei suddetti consultori: 

“La discussa fama di santità non nasce dal nulla. Al vederlo sempre fedele al suo servizio di confessore nonostante la menomazione fisica, sempre sollecito al bene spirituale e materiale altrui, sempre pronto a perdonare in nome di Dio, sia pure talora con forza e severità, perché ciò era esigito dal maggior bene dei penitenti, il popolo aveva la percezione di stare davanti ad un individuo eccezionale di santità non comune, eroica appunto, la quale non consiste nel compiere azione eccezionale e sensazionali ma nell’adempimento fedele dei doveri del proprio stato a dispetto del logorio della vita di tutti i giorni, senza mai deflettere”.

 

“L’attualità della figura del Servo di Dio Fortunato Maria di S.Paolo sta soprattutto nella sua fisionomia spirituale di questo sacerdote-religioso il quale ha esercitato una forte promozione della vita cristiana e delle virtù come guida spirituale al nascondimento del suo confessionale, così costituisce un esemplare richiamo per tutti i sacerdoti a non disattendere questo luogo sacramentale di riconciliazione e di rinnovamento dalla vita cristiana pur senza nulla togliere alla missione catechetica e di evangelizzazione”.

 

“La vita del P.Fortunato è un messaggio eloquente proclamato da Dio per i nostri giorni, specialmente per i Sacerdoti che non trovano mai il tempo di dedicarsi all’ascolto dei fedeli nella confessione e nella Direzione Spirituale. E’ un messaggio di prudenza e di equilibrio per quanti esercitano il ministero dell’Esorcismo….”.

 

P.Fortunato di San Paolo, passionista. Venti anni fa fu dichiarato Venerabile.ultima modifica: 2012-08-08T11:25:00+02:00da pace2005
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