Le croci-ricordo delle missioni popolari.

Foto0558.jpgLa storia dell’evangelizzazione della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, i Passionisti, istituto fondato da San Paolo della Croce, nel XVIII secolo, passa anche attraverso le cosiddette croci-ricordo delle missioni popolari. Questi segni distintivi del passaggio dei passionisti, come predicatori e missionari della parola della Croce, si trovano ovunque, nelle piccole o grandi città, nei centri storici, nei porti delle isole o della terra ferma, nelle periferie delle grandi città e paesini, davanti alle chiese o nelle piazze pubbliche, agli incroci delle strade più importanti ai vicoli e strade secondarie. Sono il segno evidente che in quel luogo c’è stata una speciale predicazione di un gruppo o più gruppi missionari passionisti per evangelizzare, per dare conforto e speranza, per riavviare un processo di impegno pastorale, spesso segnato dalla stanchezza o dall’abitudine, oppure potenziare il cammino spirituale e apostolico delle singole parrocchie o di intere città. Quindici giorni di predicazione intensa, di catechesi sistematica a tutte le ore, amministrazione del sacramento della riconciliazione, di incontri pastorali per gruppi o per categorie di persone, di visita agli ammalati, di visite pastorali alle famiglie del territorio. Momenti forti di spiritualità della Passione di Cristo che è il punto nodale della predicazione dei figli spirituali di San Paolo della Croce, Concludendo le missioni, le stesse comunità parrocchiali o cittadine, sostenute ed incoraggiati dai parroci erigevano croci ricordo della missione predicata dai passionisti in quel periodo e in quell’anno. La piccola o grande lapide fissava in poche parole tutto un programma di predicazione e di conversione. “In ricordo della missione predicata dai Passionisti” con la data precisa. In alcune parti d’Italia e d’Europa, dove è prevalsa questa usanza, le croci ricordo delle missioni contano oltre un secolo di vita. In molte località del Bel Paese, queste croci sono attestazioni storiche che entrano nel patrimonio della stessa comunità civile e cristiana. Sono croci imponenti o più piccole nelle dimensioni con caratteristiche bel precise, per differenziarle da altri similari, che altri istituti missionari che svolgono lo stesso ministero sono abituati a fare altrettanto. Infatti le croci ricordo delle missioni si presentano così allo sguardo del passeggero che vi circola vicino o si ferma a guardare, a riflettere, a leggere la dicitura sul basamento su cui si poggia la croce, per lo più in ferro, con i segni della passione e crocifissione di Gesù Cristo e con lo stemma passionista: la tradizionale croce romana, allungata verso l’alto, con la lancia che trafisse il costato di Gesù e l’asta per porgergli l’aceto, che incrociano la traversa orizzontale in alto, i tre chiodi che fissarono sul legno il corpo del Crocifisso, sistemati ai piedi della traversa verticale della croce, sempre in alto al centro, su posto del capo proprio al centro lo stemma classico dei passionisti, per indicare senza ombra di dubbio che si tratta di una missione popolare svolta in quel luogo dai figli spirituali di San Paolo della Croce. Più su la scritta INRI.

I tempi forti della predicazione delle missioni erano e sono l’Avvento e la Quaresima. Durante la predicazione si dava molta importanza alla catechesi e alle verità di fede, con particolare attenzioni ai cosiddetti novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso. Tempi portanti della parola di Dio in questo periodo di fine anno liturgico. La predicazione forte e convincente dei missionari che dal pulpito, senza l’ausilio di strumenti tecnici, quali mircofoni e supporti multimediali, produceva i suoi effetti benefici a livello spirituale e sociale. Tante le conversioni, tante la rappacificazioni, tanti i ravvicinamenti delle persone, magari dopo anni di lotte e divisione, specie nelle famiglie, tra parenti e vicini. Nelle relazioni che i missionari facevano per esprimere una valutazione, oggi diremmo verifica, molto veniva sottolineato l’aspetto della pace delle famiglie recuperata proprio durante la predicazione, ma anche la partecipazione alla sacramento della confessione e della comunione e alle varie prediche, previste durante la giornata e finalizzate alle varie categorie dei cristiani e alle varie fasce di età: bambini, giovani, adulti, anziani. Si narrano fatti singolari di conversione personali e collettive, non solo durante le tantissime missioni predicate da san Paolo della Croce, ma anche dei tanti missionari passionisti che hanno solcato le terre dell’Italia e dell’Europa dal Nord al Sud. A fissare questi eventi starordinari di grazia e conversione in tantissime missioni popolari c’era l’atto conclusivo della posa della croce ricordo. Questa memoria storica dell’evangelizzazione di popoli vicini e lontani fatta dai figli spirituali di San Paolo della Croce ha un suo valore e significato nell’anno della fede e dopo il recente sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. Questi due importanti eventi hanno convinto ulteriormente i passionisti italiani a potenziare la predicazione itinerante in questo anno della fede, mediante le missioni popolari, che stanno riscoprendosi e si stanno svolgendo al Nord, al Centro ed al Sud dell’Italia proprio in questo anno della fede, secondo il motto di San Paolo Apostolo e di San Paolo della Croce: “Noi predichiamo Cristo e Cristo Crocifisso”. Nella predicazione della Passione di Cristo, il fondatore dei missionari passionisti indicava e trovava il rimedio più efficace ai mali spirituali e morali personali e ai peccati sociali.

P.Antonio Rungi cp

Le croci-ricordo delle missioni popolari.ultima modifica: 2012-11-20T09:33:00+01:00da pace2005
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